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Tuesday, January 31, 2023

Nel 2022 il Pil cresce del 3,9% - Il Sole 24 ORE

I punti chiave

2' di lettura

Nel 2022 il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 3,9% rispetto al 2021. Lo rende noto l’Istat in base alle stime preliminari, specificando che nel 2022 ci sono state tre giornate lavorative in meno del 2021. Si tratta di un dato superiore alle stime del governo contenute nella Nadef, che indicavano per lo scorso anno una crescita del Pil del 3,7%. L’Istat ricorda che risultati dei conti nazionali annuali per il 2022 saranno diffusi il prossimo 1 marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati il 3 marzo.

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Inversione di rotta nel quarto trimestre

Tuttavia, nel quarto trimestre del 2022 il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e cresciuto dell’1,7% in termini tendenziali. Si tratta di un’inversione di tendenza rispetto al +0,5% congiunturale registrato nel terzo trimestre e a sette trimestri consecutivi di crescita. La variazione congiunturale del trimestre, sottolinea l’Istat, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, mentre i servizi registrano una crescita. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e uno positivo della componente estera netta.

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Crescita acquisita per il 2023 allo 0,4%

La crescita acquisita per il 2023, quella che - in base alla spinta del 2022 - si otterrebbe se tutti i trimestri di quest’anno registrassero una variazione nulla del Pil, è dello 0,4%. È il calcolo dell’Istat in base alle stime preliminari sul quarto trimestre 2022. La previsione contenuta nella Nadef messa a punto dal governo Meloni all’inizio di novembre indica per quest’anno un aumento del Pil dello 0,6%.

Ue-19: +0,1% Pil quarto trimestre, crescita zero in Ue

Quanto all’Eurozona, nell’ultimo trimestre dell’anno passato la crescita del Pil nei 19 Paesi ha rallentato ancora: l’aumento è stato pari allo 0,1% rispetto allo 0,3 del trimestre precedente. Nell’insieme Ue la crescita è stata pari a zero. Lo ha reso noto Eurostat in base alle prime stime flash. Secondo questi dati in Italia nel periodo ottobre-dicembre il Pil è diminuito dello 0,1%. Nell’insieme dell’anno passato la crescita del Pil è stata del 3,5% nella zona euro e del 3,6% nell’insieme Ue.

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Fondi pensione, il 2022 anno nero: i rendimenti perdono il 10 per cento - ilmessaggero.it

Una vera e propria batosta: i rendimenti dei fondi di previdenza integrativa nel 2022 hanno perso in media il 10%. Nello stesso periodo il Tfr lasciato in azienda si è rivalutato dell’8,3%. Lo rivela l’ultimo report della Covip, la commissione vigilanza sui fondi pensione. Nel primo caso non ha aiutato l’andamento negativo dei mercati azionari. Nel secondo caso (Tfr) invece ha influito l’alta inflazione (attraverso il meccanismo automatico di rivalutazione). 

Tfr quindi batte fondi di previdenza integrativa? Nel 2022 si. In un orizzonte più lungo - «proprio del risparmio previdenziale» - invece la partita resta aperta. Nei dieci anni tra l’inizio del 2013 e fine 2022, ad esempio, a fronte di una rivalutazione annua del Tfr pari al 2,4%, «il rendimento medio annuo composto, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, è stato pari al 2,2% per i fondi negoziali, al 2,5% per i fondi aperti». 

Si tratta di dati molto importanti anche per il confronto sulla riforma della previdenza. Perché di fronte a questi risultati, la tesi che i fondi di previdenza complementare siano indispensabili per chi, come gli attuali giovani, rischia di avere in futuro una pensione quasi da fame, vacilla. A meno che non vengono rafforzate notevolmente le agevolazioni fiscali. 

I DATI

Nel dettaglio nel 2022 i rendimenti netti sono stati pari al -9,8% per i fondi negoziali, al -10,7% per i fondi aperti e del -11,5% per i PIP (Piani pensionistici individuali). Gli iscritti sono aumentati (+5,4% pari a 564.000 posizioni in più) arrivando a 9,2 milioni. Circa la metà dei nuovi iscritti sono “obbligati” : 200.000 arrivano dai contratti collettivi che prevedono l’iscrizione automatica dei nuovi assunti; 80.000 sono i neoassunti del pubblico impiego per i quali è scattato il silenzio-assenso. Sono aumentate anche le entrate da contributi (+4,2% per un totale di 13,9 miliardi di euro ), ma le risorse a disposizione della prestazioni sono diminuite di 7,7 miliardi di euro attestandosi a 205 miliardi di euro. 
 

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Monday, January 30, 2023

La mazzata sui fondi pensione, crollano i rendimenti nel 2022: perché va meglio a chi ha tenuto il Tfr in azienda - Open

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  1. La mazzata sui fondi pensione, crollano i rendimenti nel 2022: perché va meglio a chi ha tenuto il Tfr in azienda  Open
  2. Fondi pensione: 2022 anno nero per i rendimenti ma gli iscritti salgono a quota 9,2 milioni  Il Sole 24 ORE
  3. Pensioni: Covip, nel 2022 crollo rendimenti fondi oltre 10%  Agenzia ANSA
  4. Fondi pensione, il 2022 anno nero: i rendimenti perdono il 10 per cento  ilmessaggero.it
  5. Fondi pensione, rischi e occasioni dopo la crisi del 2022: cosa c’è da sapere  Sky Tg24
  6. Visualizza la copertura completa su Google News

La mazzata sui fondi pensione, crollano i rendimenti nel 2022: perché va meglio a chi ha tenuto il Tfr in azienda - Open
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Risparmio e investimenti, ecco il super portafoglio del 2023: più bond che azioni I consigli dei gestori - Corriere della Sera

La rivincita delle obbligazioni (non di Stato)

Se fino a pochi mesi fa la recessione sembrava inevitabile, ora i gestori sono (quasi) equamente divisi sul futuro dell’economia, e «solo» il 56,5% vede un 2023 in negativo. Segno che lo scenario peggiore potrebbe essere stato evitato, grazie a un’inflazione che non viene più indicata come il rischio principale da cui doversi difendere. E in un contesto in cui la stretta monetaria delle banche centrali è prossima ad arrivare a fine corsa, a offrire i migliori rendimenti dovrebbe essere il mercato obbligazionario. È quando emerge dal sondaggio realizzato da L’Economia del Correre della Sera a cui hanno partecipato 24 società di gestione del risparmio. In particolare, secondo gli esperti, l’attenzione nel 2023 dovrà essere rivolta in primis alle obbligazioni societarie (l’82,6% dei rispondenti) e poi alle azioni (56,5%), con un focus sullo stile value (65,2%) e sulle società a più larga capitalizzazione (73,9%). Dove investire? In primis nei Paesi emergenti (60,9%), con la Cina che cattura l’attenzione del 39,1% dei rispondenti, e poi in Europa (47,8%), dove Germania (39,1%) e Italia (30,4%) potrebbero giocare un ruolo da protagoniste. Tra i rischi da seguire con attenzione, infine, in cima ai pensieri dei gestori ci sono i tassi delle banche centrali (82,6%), seguiti dalla guerra tra Russia e Ucraina (43,5%) e poi dall’inflazione (30,4%). «Il 2023 potrebbe riservarci delle sorprese positive – commenta Maurizio Vitolo, amministratore delegato di Consultinvest sgr –. È vero che il processo di rialzo dei tassi delle banche centrali non è finito, ma è altrettanto vero che le economie si stanno mostrando estremamente resilienti alla stretta monetaria, grazie ad alcuni driver che stanno spingendo la domanda, come le nuove tecnologie e i progetti di ristrutturazione e rinnovamento. Di conseguenza, non vediamo una fase recessiva all’orizzonte – aggiunge –. Ci sarà un piccolo rallentamento, ma sarà salutare e consentirà alle banche centrali di normalizzare la politica monetaria. E i mercati reagiranno positivamente».

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Parte la tregua fiscale, cosa si può sanare (e come): le istruzioni - QuiFinanza

Sono pronte le istruzioni per i contribuenti che intendono beneficiare delle misure di tregua fiscale previste dall’ultima legge di Bilancio. L’Agenzia delle Entrate ha elencato tutte le possibilità e le modalità per usufruire delle sanatorie e norme agevolative volte a supportare imprese e famiglie nell’attuale situazione di crisi economica.

Si va dalla regolarizzazione delle irregolarità formali al nuovo ravvedimento speciale, dallo stralcio delle mini-cartelle alla definizione agevolata delle controversie tributarie.

Tregua fiscale, cosa si può sanare

Il documento di prassi contiene indicazioni:

  • sulla regolarizzazione delle irregolarità formali relative a imposte sui redditi, Iva e Irap commesse fino al 31 ottobre 2022;
  • sul “ravvedimento speciale” previsto per le violazioni sulle dichiarazioni relative al periodo d’imposta 2021 e precedenti;
  • sull’adesione e definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento;
  • su come regolarizzare gli omessi pagamenti di rate dovute a seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo o mediazione e conciliazione giudiziale;
  • sulla cancellazione dei debiti minori di importo fino a 1.000 euro affidati all’Agente della riscossione dal 2000 al 2015;
  • sulla definizione agevolata dei carichi affidati dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022;
  • sulle misure in materia di contenzioso pendente (definizione agevolata delle controversie tributarie, conciliazione agevolata delle controversie tributarie innanzi alle Corti di giustizia tributaria, rinuncia agevolata dei giudizi tributari pendenti innanzi alla Corte di cassazione).

Tregua fiscale, come regolarizzare le irregolarità formali

Per regolarizzare le violazioni formali occorre versare una somma pari a 200 euro per ciascun periodo d’imposta cui si riferiscono le violazioni e rimuovere le irregolarità od omissioni.
Il versamento va eseguito in due rate di pari importo:

  • la prima entro il 31 marzo 2023
  • la seconda entro il 31 marzo 2024.

Può essere regolarizzate, per esempio, l’omessa comunicazione della proroga o della risoluzione del contratto di locazione soggetto a cedolare secca mentre tra le ipotesi non ammesse rientrano invece le violazioni formali già contestate in atti divenuti definitivi al 1° gennaio 2023, e quelle contenute negli atti di contestazione o irrogazione delle sanzioni emessi nell’ambito della procedura di collaborazione volontaria (voluntary disclosure).

Tregua fiscale, come funziona il nuovo ravvedimento speciale

Il “ravvedimento operoso speciale” permette di regolarizzare le violazioni concernenti le dichiarazioni relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e ai periodi di imposta precedenti.
Questa agevolazione consente di versare un importo pari a un diciottesimo del minimo edittale delle sanzioni previsto dalla legge, oltre all’imposta e agli interessi dovuti.
Entro il 31 marzo 2023 va effettuato il pagamento dell’intero importo oppure della prima rata nel caso di pagamento rateale. Sempre entro il 31 marzo andranno rimosse le irregolarità e le omissioni oggetto del ravvedimento.

Si possono regolarizzare le violazioni “sostanziali” dichiarative e le violazioni sostanziali “prodromiche” alla presentazione della dichiarazione. Non sono invece definibili le violazioni rilevabili ai sensi degli articoli 36-bis del DPR n. 600 del 1973, e 54-bis del DPR n. 633 del 1972, e le violazioni formali.

Nel caso del ravvedimento speciale è possibile ricorrere all’istituto della compensazione. In ogni caso, per beneficiare della regolarizzazione è necessario che, alla data del versamento di quanto dovuto o della prima rata, le violazioni non siano state già contestate con un atto di liquidazione, di accertamento o di recupero, contestazione e irrogazione di
sanzioni.

Tregua fiscale, adesione e definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento

La legge di Bilancio ha previsto la definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento riferibili ai tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate. In questo caso, il beneficio derivante dalla definizione agevolata consiste nell’applicazione delle sanzioni previste nella misura di un diciottesimo della sanzione prevista dalla legge.

Possono essere definiti:

  • gli accertamenti con adesione relativi a processi verbali di constatazione consegnati entro il 31 marzo 2023, ad avvisi di accertamento e avvisi di rettifica e di liquidazione non impugnati e ancora impugnabili alla data del 1° gennaio 2023 e quelli notificati successivamente, ma entro il 31 marzo 2023, agli inviti al contraddittorio notificati entro il 31 marzo 2023;
  • gli avvisi di accertamento, gli avvisi di rettifica e di liquidazione e gli atti di recupero, qualora alla data del 1° gennaio 2023, non siano stati impugnati e siano ancora impugnabili; o siano notificati dall’Agenzia delle entrate successivamente a tale data, fino al 31 marzo 2023.

Tregua fiscale, regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate

La procedura prevede la possibilità di regolarizzare, mediante il versamento integrale della sola imposta, l’omesso o carente versamento delle rate successive alla prima relative alle somme dovute a seguito di accertamento con adesione o di acquiescenza degli avvisi di accertamento e degli avvisi di rettifica e di liquidazione, nonché a seguito di reclamo o mediazione, scadute al 1° gennaio 2023 e per le quali non sono stati ancora notificati la cartella di pagamento ovvero l’atto di intimazione.

La procedura di regolarizzazione si applica inoltre agli importi, anche rateali, relativi alle conciliazioni scaduti al 1° gennaio 2023 e per i quali non sono stati ancora notificati la cartella di pagamento oppure l’atto di intimazione.
Nell’ipotesi di regolarizzazione di omessi pagamenti di rate è esclusa la possibilità di procedere alla compensazione. Il perfezionamento avviene con il pagamento integrale di quanto dovuto, a prescindere dal pagamento rateale.

La circolare chiarisce che alla data del 1° gennaio 2023 la rata da regolarizzare deve essere scaduta, deve quindi essere decorso il termine ordinario di pagamento. È possibile regolarizzare l’omesso pagamento anche quando, alla data del 1° gennaio 2023, sia intervenuta una causa di decadenza da rateazione.

Tregua fiscale, stralcio dei debiti fino a euro 1.000 e definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione

La circolare chiarisce lo stralcio dei debiti fino a 1.000 euro affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 e la definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

Tregua fiscale, definizione agevolata delle controversie tributarie

La sanatoria riguarda le controversie attribuite alla giurisdizione tributaria, in cui è parte l’Agenzia delle entrate ovvero l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, pendenti al 1° gennaio 2023 in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in Cassazione e quello instaurato a seguito di rinvio e richiede il pagamento di un determinato importo correlato al valore della controversia e differenziato in relazione allo stato e al grado in cui pende il giudizio da definire.

Possono essere definite non soltanto le controversie instaurate avverso atti di natura impositiva, quali gli avvisi di accertamento e atti di irrogazione delle sanzioni, ma anche quelle inerenti atti meramente riscossivi.

La definizione agevolata si perfeziona con la presentazione di una domanda di definizione e con il pagamento eseguito, entro il 30 giugno 2023, dell’integrale importo dovuto per ciascuna controversia autonoma. È esclusa la possibilità di fruire della compensazione.

Nel caso in cui gli importi dovuti superino euro 1.000 è ammesso il pagamento rateale in un massimo di 20 rate trimestrali di pari importo, da versare, rispettivamente, entro il 30 giugno, 30 settembre, 20 dicembre e il 31 marzo di ciascun anno.

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Saturday, January 28, 2023

Dalla definizione agevolata allo stralcio delle cartelle: le istruzioni delle Entrate sulla tregua fiscale - Informazione Fiscale

L'Agenzia delle Entrate pubblica la circolare con le istruzioni relative alle misure della tregua fiscale. Nel documento le indicazioni sulle sanatorie della Legge di Bilancio 2023: dalla definizione agevolata degli accertamenti allo stralcio delle cartelle sotto i 1.000 euro

Si aggiunge un altro tassello per l’avvio delle misure relative alla tregua fiscale, previste dalla Legge di Bilancio 2023.

L’Agenzia delle Entrate fornisce le istruzioni per i contribuenti che intendono accedere alle sanatorie con la circolare numero 2 del 27 gennaio 2023.

Nel documento di prassi vengono ricapitolate le regole da rispettare per l’accesso alle misure, così come gli adempimenti per presentare le domande.

Le indicazioni riguardano la regolarizzazione delle irregolarità formali, il ravvedimento speciale, l’adesione e la definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento e la chiusura delle liti tributarie.

Sono inoltre fornite istruzioni sulla regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate dovute a seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo o mediazione e conciliazione giudiziale.

Infine sono presenti chiarimenti sullo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro, per debiti affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al al 31 dicembre 2015.

Dalla definizione agevolata allo stralcio delle cartelle: le istruzioni delle Entrate sulla tregua fiscale

A pochi giorni dalla fine del mese di gennaio 2023, l’Agenzia delle Entrate fornisce le istruzioni per accedere alle misure relative alla tregua fiscale, contenute nella Legge di Bilancio 2023.

La circolare numero 2 del 27 gennaio fornisce le indicazioni sui requisiti per beneficiare delle sanatorie e sulle indicazioni da seguire per presentare le domande.

Sono molti gli interventi interessati: dalla regolarizzazione delle irregolarità formali al ravvedimento speciale, passando per l’adesione e la definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento e la chiusura delle liti tributarie.

Nel documento di prassi viene inoltre affrontata la regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate dovute a seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo o mediazione e conciliazione giudiziale.

Nel corposo documento di prassi trovano infine spazio anche i chiarimenti sullo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro, per debiti affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, e la definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022.

Di seguito l’articolazione della circolare numero 2 dell’Agenzia delle Entrate:

  • regolarizzazione delle irregolarità formali (commi da 166 a 173);
  • ravvedimento speciale delle violazioni tributarie (commi da 174 a 178);
  • adesione agevolata e definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento (commi da 179 a 185;
  • definizione agevolata delle controversie tributarie (commi da 186 a 205);
  • conciliazione agevolata delle controversie tributarie (commi da 206 a 212);
  • rinuncia agevolata dei giudizi tributari pendenti innanzi alla Corte di cassazione (commi da 213 a 218);
  • regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate dovute a seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo o mediazione e conciliazione giudiziale (commi da 219 a 221);
  • stralcio dei debiti fino a euro 1.000 affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 (commi da 222 a 230);
  • definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 (commi da 231 a 252).
Agenzia delle Entrate - Circolare numero 2 del 27 gennaio 2023
Legge 29 dicembre 2022, n. 197, (legge di bilancio 2023) – “Tregua fiscale”.

Tregua fiscale: da come regolarizzare le irregolarità formali al nuovo ravvedimento speciale

Il documento di prassi dell’Agenzia delle Entrate spiega, tra le altre cose, come regolarizzare le irregolarità formali.

Per la regolarizzare delle violazioni formali si dovrà pagare una somma di 200 euro per ciascun periodo d’imposta cui si riferiscono le violazioni e rimuovere le irregolarità o le omissioni.

Sono previste due rate di versamento con le seguenti scadenze:

  • la prima entro il 31 marzo 2023;
  • la seconda entro il 31 marzo 2024.

Sono ammessi alla regolarizzazione le seguenti violazioni formali, ad esempio, l’omessa comunicazione della proroga o della risoluzione del contratto di locazione, nel caso di cedolare secca.

Non sono invece ammesse le violazioni formali già contestate in atti divenuti definitivi al 1° gennaio 2023, così come quelle che rientrano nella cosiddetta voluntary disclosure, ovvero gli atti di contestazione o le sanzioni che rientrano nell’ambito della procedura di collaborazione volontaria.

Nella circolare delle Entrate sono presenti anche le istruzioni per il cosiddetto “ravvedimento operoso speciale”, l’istituto che dà la possibilità di regolarizzare le violazioni sulle dichiarazioni validamente presentate, relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e ai periodi di imposta precedenti.

In questo caso si dovrà versare una somma pari ad un diciottesimo del minimo delle sanzioni previste per legge, così come l’imposta e gli interessi.

Il termine del 31 marzo deve essere tenuto in considerazione per l’effettuazione dell’intero importo o per la prima rata del piano di rateazione.

Entro la fine del mese di marzo dovranno inoltre essere rimosse le irregolarità e le omissioni oggetto del ravvedimento.

Possono essere regolarizzate le violazioni “sostanziali” dichiarative e le violazioni sostanziali “prodromiche” alla presentazione della dichiarazione.

Sono invece escluse dalla misura quelle che rientrano negli articoli 36-bis del DPR n. 600 del 1973, e 54-bis del DPR n. 633 del 1972, e le violazioni formali.

Per il ravvedimento speciale è permessa la compensazione.

Per avere accesso alla misura le violazioni non devono essere state già contestate con un atto di liquidazione, di accertamento o di recupero, contestazione e irrogazione di sanzioni, comprese le comunicazioni di cui all’articolo 36-ter del DPR n. 600/1973.

Dalla definizione agevolata degli atti di accertamento alla rateizzazione degli omessi pagamenti

Il documento di prassi dell’Agenzia delle Entrate fornisce istruzioni anche sulla definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento che si riferiscono a tributi in gestione all’Amministrazione fiscale stessa.

In tali casi le sanzioni sono previste nella misura di un diciottesimo della sanzione prevista per legge.

Gli atti che possono essere oggetto della definizione agevolata sono i seguenti:

  • gli accertamenti con adesione relativi a processi verbali di constatazione consegnati entro il 31 marzo 2023, ad avvisi di accertamento e avvisi di rettifica e di liquidazione non impugnati e ancora impugnabili alla data del 1° gennaio 2023 e quelli notificati successivamente, ma entro il 31 marzo 2023, agli inviti al contraddittorio ex articolo 5-ter del d.lgs. n. 218 del 1997, notificati entro il 31 marzo 2023;
  • gli avvisi di accertamento, gli avvisi di rettifica e di liquidazione e gli atti di recupero, se al 1° gennaio 2023, non siano stati impugnati e siano ancora impugnabili; o siano notificati dall’Agenzia delle entrate successivamente a tale data, ma entro il 31 marzo 2023.

Un’ulteriore possibilità prevista dalla Legge di Bilancio 2023 è contenuta nella misura che prevede di poter versare la sola imposta e di regolarizzare l’omesso o carente versamento delle rate successive alla prima relative alle somme dovute a seguito di accertamento con adesione o di acquiescenza degli avvisi di accertamento.

Tale possibilità è prevista anche per gli avvisi di rettifica e di liquidazione e a seguito di reclamo o mediazione, scadute al 1° gennaio 2023 e per le quali non sono stati ancora notificati la cartella di pagamento ovvero l’atto di intimazione.

Per tale misura non è ammessa la possibilità di compensazione.

Al 1° gennaio 2023 la rata da regolarizzare deve essere scaduta, in tal caso è possibile regolarizzare l’omesso pagamento anche quando, alla data del 1° gennaio 2023, sia intervenuta una causa di decadenza da rateazione sulla base dell’articolo 15-ter del DPR n. 602/1973.

Dallo stralcio delle cartelle sotto ai 1.000 euro alla definizione agevolata delle controversie tributarie

La circolare numero 2 contiene chiarimenti anche sullo stralcio dei debiti fino a 1.000 euro affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.

Inoltre spazio è dedicato anche alla definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

Il documento di prassi indica il perimetro anche dell’applicazione della misura relativa alla definizione agevolata delle controversie tributarie.

Tale intervento riguarda le controversie di cui fanno parte l’Agenzia delle Entrate o l’Agenzia delle Dogane e dei monopoli, pendenti al 1° gennaio 2023.

Possono essere definite sia le controversie seguenti ad atti di natura impositiva (avvisi di accertamento e atti di irrogazione delle sanzioni) sia quelle relative ad atti di riscossione.

Per avere accesso alla definizione agevolata si dovrà presentare domanda, una volta eseguito il pagamento, entro il prossimo 30 giugno 2023.

L’importo da pagare è l’intera somma per ciascuna controversia autonoma. In tal caso non è possibile ricorrere alla compensazione.

Nel documento di prassi l’Agenzia delle Entrate chiarisce che:

“Nel caso in cui gli importi dovuti superino euro 1.000 è ammesso il pagamento rateale, con applicazione delle disposizioni dell’articolo 8 del d.lgs. n. 218 del 1997 in tema di accertamento con adesione, per quanto compatibile, in un massimo di 20 rate trimestrali di pari importo. Le rate trimestrali vanno versate entro il 30 giugno, 30 settembre, 20 dicembre e 31 marzo di ciascun anno. Sulle rate successive alla prima si applicano gli interessi legali calcolati dalla data del versamento della prima rata.”

Per ulteriori dettagli si rimanda al testo integrale del documento di prassi.

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Dalla definizione agevolata allo stralcio delle cartelle: le istruzioni delle Entrate sulla tregua fiscale - Informazione Fiscale
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Tregua fiscale al via: le istruzioni delle Entrate dal nuovo ravvedimento speciale allo stralcio ... - Il Sole 24 ORE

- gli avvisi di accertamento, gli avvisi di rettifica e di liquidazione e gli atti di recupero, qualora alla data del 1° gennaio 2023, non siano stati impugnati e siano ancora impugnabili; o siano notificati dall'Agenzia delle entrate successivamente a tale data, fino al 31 marzo 2023.

Regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate

La procedura prevista prevede la possibilità di regolarizzare, mediante il versamento integrale della sola imposta, l'omesso o carente versamento delle rate successive alla prima relative alle somme dovute a seguito di accertamento con adesione o di acquiescenza degli avvisi di accertamento e degli avvisi di rettifica e di liquidazione, nonché a seguito di reclamo o mediazione, scadute al 1° gennaio 2023 e per le quali non sono stati ancora notificati la cartella di pagamento ovvero l'atto di intimazione. La procedura di regolarizzazione si applica inoltre agli importi, anche rateali, relativi alle conciliazioni scaduti al 1° gennaio 2023 e per i quali non sono statiancora notificati la cartella di pagamento oppure l'atto di intimazione. Nell'ipotesi di regolarizzazione di omessi pagamenti di rate è esclusa la possibilità di procedere alla compensazione. Il perfezionamento avviene con il pagamento integrale di quanto dovuto, a prescindere dal pagamento rateale. La circolare chiarisce che alla data del 1° gennaio 2023 la rata da regolarizzare deve essere scaduta, deve quindi essere decorso il termine ordinario di pagamento. È possibile regolarizzare l'omesso pagamento anche quando, alla data del 1° gennaio 2023, sia intervenuta una causa di decadenza da rateazione ai sensi dell'articolo 15-ter del Dpr 602/1973.

Stralcio dei debiti fino a euro 1.000 e definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione

D'intesa con l'Agenzia delle entrate-Riscossione, la circolare 2/E dedica spazio ai chiarimenti sullo stralcio dei debiti fino a 1.000 euro affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 e sulla definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

Definizione agevolata delle controversie tributarie

La definizione agevolata delle controversie tributarie riguarda le controversie attribuite alla giurisdizione tributaria, in cui è parte l'Agenzia delle entrate ovvero l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, pendenti al 1° gennaio 2023 in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in Cassazione e quello instaurato a seguito di rinvio e richiede il pagamento di un determinato importo correlato al valore della controversia e differenziato in relazione allo stato e al grado in cui pende il giudizio da definire. Al riguardo, la circolare specifica che possono essere definite non soltanto le controversie instaurate avverso atti di natura impositiva, quali gli avvisi di accertamento e atti di irrogazione delle sanzioni, ma anche quelle inerenti atti meramente riscossivi. La definizione agevolata si perfeziona con la presentazione di una domanda di definizione e con il pagamento eseguito, entro il 30 giugno 2023, dell'integrale importo dovuto per ciascuna controversia autonoma. È esclusa la possibilità di fruire della compensazione prevista dall'articolo 17 del d.lgs. n. 241 del 1997. Nel caso in cui gli importi dovuti superino euro 1.000 è ammesso il pagamento rateale in un massimo di 20 rate trimestrali di pari importo, da versare, rispettivamente, entro il 30 giugno, 30 settembre, 20 dicembre e il 31 marzo di ciascun anno.

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Friday, January 27, 2023

Pil Usa +2,9% nel quarto trimestre, sopra le attese - Agenzia ANSA

 L'economia americana rallenta e cresce nel quarto trimestre del 2,9%, meno del +3,2% segnato nei tre mesi precedenti ma sopra le attese degli analisti che scommettevano su un +2,6%. Nei primi sei mesi del 2022 l'economia americana si era contratta, registrando un pil in calo dell'1,6% nel primo trimestre e dello 0,6% nel secondo.

L'economia americana e' cresciuta del 2,1% nel 2022, grazie alla tenuta dei consumi e nonostante l'inflazione e i rialzi dei tassi di interesse.  

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Thursday, January 26, 2023

Le raccomandazioni del 26 gennaio 2023 - SoldiOnline.it

Kepler Cheuvreux rivede la valutazione sul BancoBPM

di Redazione Soldionline 26 gen 2023 ore 16:13
Questo scritto sulle raccomandazioni delle banche d'affari si basa su fonti ritenute attendibili ma per cui non possiamo garantire l'assoluta esattezza o veridicità. Lo scritto, che può essere modificato senza alcun preavviso, è redatto al solo scopo informativo e non costituisce sollecitazione al pubblico risparmio. Chiunque ne faccia un uso diverso se ne assume la piena responsabilità.
SOCIETA' BANCA D'AFFARI GIUDIZIO TARGET PRICE
BANCO BPM Kepler Cheuvreux Buy ▲ 4.5000
LEONARDO Deutsche Bank N.d. ▲ 12.5000
UNICREDIT UBS Buy ▲ 18.5000

LEGENDA

  • ▲ variazione in miglioramento
  • ▼ variazione in peggioramento
  • inizio copertura
  • n.d.: non disponibile
  • Add: aggiungere
  • Target price: prezzo obiettivo
  • Accumulate: accumulare
  • Selected list: lista di titoli consigliati
  • Market perform: farà come il mercato
  • Top pick: azione prima scelta
  • In-line: in linea
  • Strong buy: comprare decisamente
  • Hold: tenere
  • Speculative buy: comprare in ottica speculativa
  • Neutral: farà come il mercato
  • Buy: comprare
  • Underperform: farà peggio del mercato
  • Outperform: farà meglio del mercato
  • Overvalued: sopravvalutato
  • Overweight: sovrappesare
  • Reduce: ridurre
  • Equalweight: pesare correttamente
  • Sell: vendere
  • Underweight: sottopesare
  • Take profit: prendere profitto
  • Undervalued: sottovalutato
  • Under Review: sotto osservazione
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.

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Azienda Rheinmetall pronta a fornire 139 Leopard se serve - Agenzia ANSA

(ANSA) - ROMA, 24 GEN - Il gruppo di armamenti tedesco Rheinmetall potrebbe consegnare un totale di 139 carri armati Leopard di tipo 1 e di tipo 2. Il suo portavoce lo ha detto alla rete editoriale RND mentre Berlino ancora discute se trasferire in Ucraina i tank. "Abbiamo ancora 22 veicoli Leopard 2A4 che potremmo preparare per l'uso", ha detto a Rnd. "La riparazione di questi veicoli richiederebbe quasi un anno. La consegna sarebbe possibile a fine 2023/inizio 2024. Ci sono anche 29 Leopard 2A4 che abbiamo in lavorazione e che avremo pronti entro aprile/maggio 2023". Il portavoce ha aggiunto: "Dal Leopard 1 potremmo rendere disponibili 88 veicoli". (ANSA).
   

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Wednesday, January 25, 2023

Tesla, utile record da $3,7 miliardi (+59%) ma dall’economia arrivano sfide - Il Sole 24 ORE

2' di lettura

Tesla Inc. ha sollevato il sipario su utili e fatturato record nel quarto trimestre del 2022, grazie tuttora alla sua leadership nel mercato dell'auto elettrica. Ma l'azienda di Elon Musk ha messo in guardia, almeno per i prossimi mesi, dalle pressioni create dalle incertezze economiche e sui tassi di interesse che minacciano di indebolire la domanda.
«Nel breve periodo stiamo accelerando i nostri progetti di riduzione dei costi e spingendo verso più elevati livelli di produzione», ha indicato l'azienda nel commentare il bilancio. Pur rivendicando che la propria «squadra è abituata alle sfide».

Tesla fa anche i conti con una accresciuta concorrenza nel settore ed è sotto stretta osservazione per le incognite legate all'impegno, finanziario e di leadership, di Musk in Twitter, dopo che il magnate ha acquisito il social media in affanno per 40 miliardi. Le controversie sui suoi piani per Twitter, secondo gli analisti, rischiano di danneggiare la stessa popolarità del marchio tra una fascia di consumatori. Musk è oltretutto oggi al centro di un processo a San Francisco scaturito da una causa collettiva intentata da investitori in Tesla che lo accusano di tweet ingannevoli nel 2018 su propri piani per un buyout dell’azienda che non si sono mai materializzati.

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Nel dopo mercato, sull’onda dei risultati, il titolo Tesla ha guadagnato il 5% e da inizio anno è in ripresa del 33% . Na nel corso del 2022 il re dei veicoli hi-tech aveva però risentito di una drastica caduta di 675 miliardi nella market cap e di flessioni delle azioni di oltre il 65 per cento.

L'azienda per l'ultimo trimestre ha dichiarato un giro d’affari di 24,32 miliardi di dollari (+37% annuale) e un utile netto di 3,7 miliardi di dollari (+59%). Per l'intero 2022 entrate e utili sono stati a loro volta da record, con profitti in particolare raddoppiati a 12,6 miliardi. Negli ultimi tre mesi, in un segno dell’avvento di ostacoli da superare, il margine lordo nell'automotive è stato tuttavia del 25,9%, il più basso in cinque trimestri.

Nello sforzo di sostenere anzitutto la crescita Tesla ha offerto sconti su alcuni suoi modelli nell’ultimo trimestre, in alcuni casi tagli di fino al 20%, dopo che massicci ordini avevano invece permesso all’azienda per anni di mantenere o aumentare i prezzi. L’amministratore delegato Musk aveva dichiarato già a dicembre che «gli aumenti dei tassi di interesse» hanno influito sull’accessibilità economica di tutte le sue auto. E aveva sottolineato quella che considerava la sua priorità: crescere il più rapidamente possibile senza mettere in pericolo la società.

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Nuova Honda Hr-V 2023, un SUV che convince (e tanto) per 4 aspetti, meno per altri 4 - Business Online

Il minimo che possiamo dire è che Honda è riuscita a rinnovare la Hr-V con un design particolarmente accattivante. Se la generazione precedente era saggia e classica, la nuova riesce ad affermarsi come uno dei suv urbani più attraenti in termini di design.

Davanti, la griglia senza fasce cromate con le sue sottili strisce in tinta con la carrozzeria ricorda i modelli elettrici più recenti. Honda offre ancora una griglia con aste nere come accessorio per coloro che preferiscono una griglia più classica. Ma cerchiamo di andare oltre per approfondire:

I 4 aspetti che convincono di Honda Hr-V 2023

Quali sono allora gli aspetti per cui conviene scommettere sul suv Honda Hr-V 2023? Se c'è un primo punto da sottolineare è relativo ai consumi ridotti, almeno quando non si spinge sul pedale dall'acceleratore. Si tratta dunque di un dettaglio operativo di cui tenere conto anche nella fase di scelta di un modello anziché di un altro.

Dopodiché, il focus è sullo spazio a disposizione. Questo modello si caratterizza per l'ampio spazio a bordo. Il suv offre molto spazio per due persone, e la funzione di ripiegamento del sedile contro lo schienale è molto pratica. Pollice in su anche per la ricca dotazione a bordo. Anche se non è economica (servono almeno 30.000 euro), questa auto include molti accessori di serie, tra cui quelli per la sicurezza.

Vale la pena evidenziare quali sono: autoradio, climatizzatore, cerchi in lega, navigatore satellitare, fari Led, frenata di emergenza, sensori parcheggio, sensore luci, sensore pioggia, controllo automatico velocità, controllo adattivo velocità, airbag laterali, airbag testa, antifurto, bluetooth, avviso cambio corsia, riconoscimento segnali stradali, retrocamera, vetri elettrici posteriori, sedile guida regolabile in altezza, vetri elettrici anteriori, bracciolo sedili anteriori, retrovisori ripiegabili elettrici, retrovisori elettrici, indicatore temperatura esterna, radio Dab.

Infine, l'altro aspetto per cui questo suv convince è propria la guida in quanto si tratta di un veicolo maneggevole e vivace, oltre che comodo e fluido nel traffico.

I 4 aspetti che non convincono di Honda Hr-V 2023

Tutto perfetto a bordo di Honda Hr-V 2023? Non proprio perché ci sono anche altri aspetto di questo veicolo che non convincono fino in fondo. A iniziare dal bagagliaio in quanto le dimensioni sono mediamente inferiori rispetto ad altre soluzioni presenti nel ricco mercato dell'automotive. Anche a livello di rifiniture si potrebbe fare evidentemente di più se alcuni rivestimenti hanno un aspetto che non cattura l'occhio.

A proposito di guida, è certamente utile sottolineare anche gli aspetti meno convincenti. Il motore da 1.5 produce un rumore deciso durante la guida sportiva, ma può essere fastidioso durante i viaggi lungi. Infine, ma non di minore importanza, in relazione al comfort, i sedili sono ergonomici, ma le opzioni di regolazione sono limitate e non molto precise.

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Crescono i prezzi di benzina (+0,88%) e gasolio (+0,61%). I consumatori: è l’effetto sciopero - Il Sole 24 ORE

I punti chiave

3' di lettura

Cresce dello 0,88% il prezzo della benzina (1,83 euro circa), così come quello del gasolio che registra un aumento dello 0,61% (1,87 euro circa) mentre è in diminuzione, seppur di uno scarno 0,23%, il costo del Gpl (0,79 euro circa). Secondo le rilevazioni del ministero dell’Ambiente datate 23 gennaio è cresciuto ancora il prezzo medio giornaliero dei carburanti alla pompa rispetto alla rilevazione del 16 gennaio scorso. Per benzina e gasolio la rilevazione fa riferimento esclusivamente ai prezzi self-service, mentre per il Gpl si prende in considerazione solo il carburante per autotrazione. Nello stesso periodo del 2022 - per effetto del taglio delle accise - il prezzo della benzina era di 1,75 euro al litro (rilevazione 17 gennaio), quello del gasolio di 1,62 euro e il Gpl di 0,81 (qui la rilevazione risale al 10 gennaio dello scorso anno). Per i consumatori si tratta dell’effetto sciopero. E invocano l’intervento dei prefetti.

L’ira dei consumatori

«Si assiste all'ennesima speculazione a danno dei cittadini: in concomitanza con l'avvio dello sciopero, i prezzi di benzina e gasolio stanno registrando rialzi in tutta Italia, approfittando dell'esigenza degli automobilisti di fare il pieno per non ritrovarsi a secco nei due giorni di protesta - attacca Furio Truzzi, presidente di Assoutenti -. Una situazione che dimostra ancora una volta come sia necessario intervenire sul fronte della trasparenza e della formazione dei prezzi dal pozzo alla pompa, e anche per questo stiamo studiando le contro-misure da intraprendere contro benzinai e compagnie petrolifere disonesti, con una evasione denunciata di circa 14 miliardi di euro ann». E mentre Confcommercio che per bocca del segretario generale Luigi Taranto in audizione alla Camera getta acqua sul fuoco sottolineando «l'insussistenza di pratiche speculative da parte dei rivenditori all'origine dell'incremento dei prezzi dei carburanti», Assoutenti chiede l’intervento dei prefetti «per precettare i benzinai e costringere i distributori a rimanere aperti». Rincara la dose il Codacons che annuncia di aver presentato un esposto alla Procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio.

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Le associazioni del trasporto passeggeri

Preoccupate anche le sigle che rappresentano il Tpl e i bus granturismo. «Nella situazione attuale, ipotizzando che non vi siano ulteriori rialzi del prezzo industriale del gasolio, né interventi, si stima che nel solo primo trimestre del 2023 resteranno a carico delle imprese di trasporto passeggeri con autobus maggiori costi per l'acquisto di gasolio per oltre 100 mln di euro rispetto al medesimo periodo del 2021», spiega Nicola Biscotti presidente Anav. «Si tratta di più del doppio rispetto all'incremento medio registrato in ciascun trimestre 2022 (rispetto al 2021), allorquando, grazie al taglio lineare delle accise e alle misure compensative previste a favore del trasporto con autobus (complessivamente 250 mln di euro), i maggiori oneri per l'aumento del prezzo del gasolio effettivamente gravanti sulle imprese sono stati in media di circa 48 mln di euro rispetto ai corrispondenti trimestri del 2021. E la stima - conclude - può essere ritenuta prudente».

La protesta Ncc

«Lo sciopero dei benzinai del 24/26 gennaio è un problema serio per tutti e dovrebbe spingere ad alcune riflessioni, prima di tutto da parte del Governo. In questi giorni si vedono tanti attacchi ai benzinai ma in realtà il problema è legato ai continui rincari e all'immobilismo dell'esecutivo» È lo sfogo del presidente di Azione Ncc Francesco Ruoche aggiunge: «Esprimiamo forte preoccupazione, per noi Ncc è l'ennesima mazzata che si aggiunge alla concorrenza sleale dei taxi e ai rincari. Al Governo chiediamo di pensare a un piano serio per contenere i prezzi. Ci sono troppe accise e speculazioni da ogni parte».

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Tuesday, January 24, 2023

Google, gli Usa fanno causa per il monopolio della pubblicità online - TGCOM

Monopolio illegale? - Il Dipartimento di Giustizia americano e otto Stati, come riferisce Bloomberg, chiedono lo smantellamento delle attività di tecnologia pubblicitaria del colosso delle ricerche, accusandolo di presunta monopolizzazione illegale del mercato della pubblicità digitale. 

La denuncia - "Google abusa del suo potere monopolistico per svantaggiare gli editori di siti web e gli inserzionisti che osano utilizzare prodotti di tecnologia pubblicitaria della concorrenza alla ricerca di risultati di qualità superiore o a basso costo", ha dichiarato il Dipartimento di Giustizia nella denuncia che è stata sottoscritta, tra gli altri, anche da New York, California e Virginia. 

Il procedimento - Il procedimento, annunciato dal nuovo capo della divisione Antitrust del dipartimento, Jonathan Kanter, si aggiunge alle cause legali già avanzate nei confronti di Google nell'autunno del 2020, durante l'amministrazione di Donald Trump, il cui processo è atteso per quest'anno.
 

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Monday, January 23, 2023

Microsoft investe in OpenAI: 10 miliardi di dollari per l'intelligenza artificiale - Multiplayer.it

Microsoft continua a investire nel campo dell'intelligenza artificiale con un'ulteriore e sostanziosa mandata di denaro prevista nei prossimi anni in OpenAI: circa 10 miliardi di dollari, in base a quanto riferito da Bloomberg, che verranno investiti nel corso dei prossimi anni.

Il tutto rientra in un accordo "multimiliardario" sull'utilizzo e lo sviluppo della tecnologia OpenAI da parte di Microsoft, e giunge proprio a distanza di pochi giorni dalla discussa riduzione di personale che ha colpito l'azienda, con 10.000 licenziamenti confermati dalla compagnia la settimana scorsa. L'investimento nell'intelligenza artificiale dovrebbe portare alla sua applicazione in diversi nuovi ambiti e consentire "nuove categorie di esperienze digitali" che includono servizi rivolti agli utenti e prodotti per il business.

Tra gli elementi principali di questo accordo ci sono Azure OpenAI Service, punto d'incontro fra la tecnologia in questione e il campo del cloud su cui Microsoft sta già investendo da anni. La casa di Redmond incrementerà dunque gli investimenti in supercomputer in grado di accelerare la ricerca su OpenAI, in una connessione sempre più stretta con Azure nel corso di "vari anni", secondo l'accordo.

Microsoft ha iniziato a investire in OpenAI nel 2019, per poi proseguire con una nuova mandata nel 2021, incrementando di 2 miliardi di dollari l'investimento iniziale. Il nuovo accordo proseguirà dunque la collaborazione anche per i prossimi anni con un ulteriore gettito di denaro nella tecnologia in questione, dopo il lancio di varie iniziative come la programmazione in linguaggio naturale e il tool di progettazione grafica DALL-E 2, oltre al popolare bot ChatGPT, che verrà presto integrato in Azure.

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Borse, il Nasdaq traina l'Europa. Milano esce indenne dallo stacco cedole - Il Sole 24 ORE

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le Borse europee, che la settimana scorsa hanno preso fiato dopo il rally di inizio 2023, tornano a salire grazie alla spinta dei titoli tecnologici e sull'esempio dei listini americani dove spicca la corsa del NASDAQ COMP. Gli investitori sono focalizzati sui conti trimestrali dei gruppi quotati e attendono indicazioni dalle banche centrali che, la prossima settimana, annunceranno le nuove decisioni sui tassi di interesse, ma c'è maggiore fiducia nel fatto che la frenata dell'economia globale pronosticata dagli esperti sarà contenuta. L'AEX di Amsterdam è stato il migliore grazie all'apporto del tech, intorno al mezzo punto percentuale l'incremento di Francoforte (DAX 40) e di Parigi (CAC 40). Anche Piazza Affari (FTSE MIB) ha concluso le contrattazioni sopra la parità nonostante il peso tecnico dovuto allo stacco cedola di Snam Rete Gas ed Enel (l'indicenza dei due acconti di dividendo sull'indice è stata di -0,46%).

Su entrambe le sponde dell'Atlantico sono attesi nuovi rialzi dei tassi di interesse, anche se gli investitori sperano in un rallentamento della stretta di politica monetaria. Non è detto che Fed e Bce allentino la presa, come emerso anche la settimana scorsa a Davos e come ribadito in un'intervista dal governatore della Banca centrale olandese Klaas Knot, un falco (ha anticipato rialzi di 50 punti base a febbraio e marzo). Nuovi dettagli potranno arrivare dall'intervento pubblico del pomeriggio della presidente della Bce, Christine Lagarde.

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A Milano Leonardo capofila, riscatto Intesa. Juventus -5%

A Piazza Affari sono andate male le Enel e le Snam, risentendo dello stacco degli acconti sui dividendi rispettivamente da 0,2 euro per azione e da 0,11 euro. Hanno invece rialzato la testa le Intesa Sanpaolo, dopo la frenata della sessione precedente, provocata dal timore che la banca non riesca a realizzare il buyback per 1,7 miliardi. Timori dissipati dalle precisazioni dell'istituto. Sono andate bene le Stmicroelectron, nell'attesa della pubblicazione dei conti 2022, in calendario giovedì e insieme al settore tech. La migliore di giornata è stata Leonardo spinta dalle indicazioni positive dell'a.d. Profumo sul 2023 e dal settore Difesa positivo anche grazie ai piani di investimento francesi. Il gruppo italiano ha anche annunciato due contratti da 33 milioni di euro complessivi con l'Agenzia Spaziale Italiana. Fuori dal paniere principale, la Juventus Fc è scivolata in Borsa a seguito della decisione della Corte federale d'appello di togliere alla società sportiva 15 punti in classifica.Tra i principali titoli milanesi, sono in evidenza le banche mentre si avvicina l'avvio della stagione delle trimestrali, che secondo gli analisti evidenzieranno l'impatto positivo del rialzo dei tassi sul margine di interesse.

Wall Street corre col Nasdaq, in arrivo nuove trimestrali

In deciso allungo Wall Street, dopo una settimana nel complesso negativa per Dow Jones e S&P 500 e invece positiva, la terza consecutiva, per il Nasdaq Composite, il miglior indice dall'inizio dell'anno con un rialzo del 6,44%. Ed è ancora il comparto dei tecnologici a mettersi in luce (NASDAQ COMP). Gli investitori puntano sulla possibilità che la Federal Reserve rallenti il passo dei rialzi dei tassi d'interesse visti gli ultimi dati economici, che hanno mostrato per esempio il calo delle vendite al dettaglio (-1,1% mensile) e dei prezzi alla produzione (-0,5%). Christopher Waller, componente del Board della Fed, ha detto di essere "favorevole a un aumento dei tassi d'interesse di 25 punti base alla prossima riunione", in programma la prossima settimana. I tassi sono al momento al 4,25%-4,5%, dopo quattro rialzi consecutivi di 75 punti base e un ultimo rialzo di 50 punti. Ora, i mercati danno la possibilità di un aumento di 25 punti base al 99,7%, secondo i dati di CME Group. In settimana, attese le trimestrali di molte delle società a maggior capitalizzazione, a partire da Microsoft e Johnson & Johnson (domani), Tesla, Ibm e Boeing (mercoledì), Visa, Mastercard e Intel (giovedì), Chevron e American Express (venerdì).

Effetto Elliott su Salesforce, su Spotify che taglia 6% dipendenti

Sull'azionario, il titolo di Salesforce guadagna grazie alla notizia che l'investitore attivista Elliott Management ha acquistato una quota azionaria multimiliardaria nella società di software. PayPal in flessione dopo che il Wall Street Journal ha scritto che Bank of America, JpMorgan e altre grandi banche stanno lavorando insieme per creare un loro portafogli digitale per competere proprio con PayPal e Apple Pay. Spotify in evidenza: la società di streaming musicale ha annunciato che taglierà il 6% della sua forza lavoro, ovvero circa 600 dipendenti. Apple sale dopo che il ministro del Commercio indiano, Piyush Goyal, ha annunciato che la società di Cupertino vorrebbe produrre il 25% di tutti i suoi iPhone in India; la volontà di Apple è di dipendere meno dalla Cina, dove un'epidemia di Covid-19 nella più grande fabbrica di iPhone del mondo a Zhengzhou ha evidenziato l'enorme fragilità della catena di approvvigionamento

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Sunday, January 22, 2023

Nuova Fiat 600 2023, il Suv compatto tanto atteso fa la sua prima comparsa e convince non poco - Business Online

C'è chi giura di aver avvistato la futura Fiat 600 e le rivelazione stanno già facendo il giro del web. Non ci sono le consuete immagini spia a corredo delle informazioni, tuttavia quanto riferito è in perfetta coerenza con le indiscrezioni che circolano da settimane. Fiat 600 2023 sarà così un suv compatto, andando così in linea con le attuali tendenze di mercato.

E se da una parte c'è chi non manca di criticare la mancanza di aerodinamica, le dimensioni o il peso eccessivi, dall'altra i dati di vendita continuano a dimostrare l'interesse che conservano agli occhi degli automobilisti italiani. Le case automobilistiche stanno quindi cercando di soddisfare questa domanda moltiplicando i nuovi modelli con modelli grandi o piccoli, 100% elettrici, ibridi o termici, a cinque o sette posti. E Fiat, parte delle galassia Stellantis, non è da meno. Facciamo il punto della situazione:

  • Come sta prendendo forma Fiat 600 2023

  • Fiat 600 2023: considerazioni, sviluppo e disponibilità

Come sta prendendo forma Fiat 600 2023

Fiat sta preparando l'arrivo di un nuovo suv compatto di segmento B, lungo circa 4,15 metri, e pronto a riprendere la stoica denominazione di 600. La possibilità che Fiat 600 sia offerta esclusivamente in versione elettrica non è esclusa dalla stessa casa automobilistica.

La catena di trazione utilizzata per questo modello potrebbe essere simile a quella inaugurata dalla DS 3, che consiste in un nuovo motore Emotors da 115 kW (156 CV) per 260 Nm di coppia e una batteria della capacità di 54 kWh forniti dal produttore cinese CATL.

La produzione del veicolo potrebbe essere effettuata presso lo stabilimento di Tychy in Polonia, dove attualmente vengono già assemblate la Jeep Avenger e il futuro suv urbano di Alfa Romeo previsto per il 2024.

Si ipotizza che possa essere utilizzato un telaio in alluminio per ridurre il peso e aumentare l'efficienza energetica e la possibilità di implementare sistemi di guida semi-autonoma. Non viene quindi esclusa l'implementazione di un sistema di ricarica rapida per aumentare la praticità d'uso e la possibilità di utilizzare le colonnine di ricarica pubbliche.

Tornando al design, dovrebbe avere linee più squadrate rispetto agli attuali modelli Fiat. L'auto si distinguerà anche per l'interessante rapporto fra qualità e prezzo. Rispetto alle gemelle di Alfa Romeo e Fiat, il prezzo dovrebbe essere inferiore. Grazie a questo modello, Fiat può tornare a fare bene nei mercati dove l'azienda italiana è da tempo al di sotto delle media di mercato.

Fiat 600 2023: considerazioni, sviluppo e disponibilità

La prima apparizione della nuova Fiat 600 è prevista nel primo trimestre del 2024. Molto probabilmente marzo può essere il mese giusto per conoscere il nuovo modello la cui produzione partirà subito dopo la prima consegna prevista per i primi di settembre.

Il nuovo suv compatto rappresenta un'opportunità per il marchio Stellantis di riconquistare quote di mercato rilevanti, posizionandosi in uno dei segmenti di vendita più competitivi e richiesti dalla clientela.

Non si esclude la possibilità di una versione sportiva Abarth, che potrebbe offrire ulteriori caratteristiche tecniche e prestazionali rispetto alla versione base. Tuttavia, per questa variante bisognerà attendere almeno un ulteriore anno di sviluppo e commercializzazione.

Da mettere in conto l'implementazione di un sistema di trazione integrale o un sistema di frenata ad alte prestazioni. Così come di un sistema di aerodinamica attiva per aumentare la stabilità in curva.

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Saturday, January 21, 2023

Confindustria: con il gas in discesa economia italiana meglio delle attese - Il Sole 24 ORE

Cala la fiducia delle imprese

La fiducia delle imprese segna una nuova discesa e il PMI è fermo in zona di lieve contrazione (48,5 da 48,4). Le costruzioni sono in difficoltà: il settore ha iniziato male il quarto trimestre, -0,5 la produzione ottobre-novembre, e secondo le previsioni la fase difficile proseguirà.

I servizi sono stabili, con il turismo che resta sopra i livelli pre Covid (+3,6) e il commercio al dettaglio che cresce a novembre, +0,4. Per l'occupazione, si registra una diminuzione del numero dei disoccupati, -26mila negli ultimi due mesi), e un costante calo degli inattivi. Per i consumi sono attese decisioni prudenti: la loro risalita è stata favorita finora dalla tenuta del reddito reale e dagli extra risparmi.

L’export resta incerto e altalenante

A novembre c'è stato un rimbalzo, +3,8 dopo un -1,5, grazie alle maxi vendite della cantieristica navale. Fanno da traino i paesi extra Ue, con Usa e Turchia i più dinamici. Fiacche le vendite in Cina, in contrazione la Russia. In prospettiva fa da freno anche il mercato tedesco e le indicazioni per inizio 2023 restano negative.

Eurozona più ottimista

Se si allarga il raggio all'Eurozona c'è più ottimismo, sottolinea il Csc: l'inflazione è il calo al 9,6 a dicembre; c'è un sentiment al rialzo, a 95,8 a dicembre al 94,0; c'è un rimbalzo della produzione industriale oltre le attese, +1,0 a novembre. Ma l'incertezza e la spinta restrittiva che arriva dai tassi «tengono ancora alti i timori di una (moderata) recessione».

Quanto agli Usa i segnali sono «misti»: pil oltre le attese nel terzo trimestre, +0,8, ma in calo gli investimenti, -0,9. Produzione industriale a -0,7.Guardando in particolare la Cina, cui il Csc dedica un focus, ci sono varie ombre sulla crescita, che dovrebbe essere del 4,5 nel 2023. La nostra quota di export è ancora bassa, 2,9, rispetto al 7,6 della Germania e 4,8 della Francia. Se l'Italia raggiungesse la Francia avremmo 10 miliardi di export aggiuntivo.

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Fare benzina dove costa meno: tutti in fila a due passi da casa - SoloFinanza

solofinanza.it

Nonostante i nuovi provvedimenti del governo, il caro carburanti inizia a farsi sentire, e gli italiani cercano di risparmiare sul costo della benzina in tutti i modi.

La maggior parte degli automobilisti limita i propri consumi accorciando le percorrenze, ma altri hanno la fortuna di trovarsi in delle zone di confine dove spostarsi in un altro stato è come fare una gita fuori porta.

Tuttavia, andare a fare rifornimento nello stato confinante non permette sempre di risparmiare. Infatti, se in alcune nazioni di confine vale la pena andare per pagare meno sul costo del carburante, lo spostamento in altre zone è preferibile solo se si vuole comprare una buona tavoletta di cioccolato, un orologio precisissimo o, al massimo, una fragrante baguette appena sfornata. Vediamo perché.

Risparmio sul pieno: dalla Slovenia a San Marino

Per chi ne ha la possibilità, quindi, alcuni fra i più fortunati sono gli abitanti di Gorizia e Trieste, nel Friuli Venezia Giulia.

Da qui, raggiungere Basovizza sul Carso Triestino è relativamente semplice, e in questa località si può fare rifornimento di carburante a un costo che non supera 1,49 euro.

Poi abbiamo gli abitanti della provincia di Pesaro Urbino, che possono recarsi facilmente a San Marino, lo stato enclave tra le due province in cui il costo del carburante va da 1,45 a litro a 1,50 euro.

Tuttavia, sebbene al momento le code alla pompa siano molto lunghe, il basso prezzo alla pompa durerà poco.

Tra Italia e San Marino vige infatti un accordo secondo il quale San Marino deve allineare i prezzi del proprio carburante a quelli Italiani.

Non appena le riserve finiranno, quindi, i gestori riempiranno i depositi con nuovo carburante, e lo venderanno a un prezzo in linea con quello dei distributori italiani.

Risparmiare sul prezzo del carburante: Livigno

Il prezzo più interessante di tutti, però, si registra a Livigno.

Questa zona italiana si trova alla fine Valtellina, a ridosso del confine svizzero, e qui si può fare rifornimento a 1,35 al litro per la benzina e 1,40 al litro sul gasolio.

Il prezzo così basso di questa località è dovuto al particolare status di Livigno. Essendo così vicino al confine Svizzero, Livigno è una zona extra doganale, e in quanto tale risulta esente da alcune tasse italiane come l’imposta sul valore aggiunto.

Oltre al carburante quindi, a Livigno è più conveniente acquistare anche altri beni, come i cosmetici, prodotti elettronici e zucchero.

Il risparmio d’oltralpe: una cosa d’altri tempi

Un tempo, gli italiani che abitano al confine, andavano anche nella vicina Austria e nella Svizzera per fare rifornimento di carburante. Adesso, però, gli abitanti che potrebbero farlo preferiscono rifornirsi in Italia.

Il motivo consiste nel fatto che in Svizzera, nel comune di Chiasso, il diesel costa comunque 1,90 euro, e la benzina 1,75.

Stessa cosa avviene in Francia, dove il trend si è anche invertito. I vicini francesi, infatti, fino al novembre 2022 avevano lo sconto sull’accisa di ben 30 centesimi, mentre adesso non godono più del beneficio.

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E chi vive a Ventimiglia, comune del genovese, può confermare che adesso sono i francesi a preferire l’Italia per fare rifornimento, una situazione che di per sé sembra paradossale.

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Thursday, January 19, 2023

L’ex Ilva non paga neanche Snam: 208 milioni di euro di debiti per il gas fornito da settembre - Il Fatto Quotidiano

Acciaierie d’Italia ha accumulato un nuovo maxi-debito per il gas. Dopo gli oltre 300 milioni di euro dovuti a Eni, una delle concause dell’interruzione della fornitura, la joint venture di ArcelorMittal e Invitalia che gestisce l’ex Ilva di Taranto non ha pagato anche Snam, con cui era scattata a settembre una fornitura di emergenza. E il rosso accumulato è mostruoso: “Abbiamo in questo momento un credito da 208 milioni“, ha dichiarato l’ad di Snam, Stefano Venier, dopo la presentazione del Piano Strategico 2022-2026 dell’azienda.

Cessato il contratto con Eni, Acciaierie d’Italia era finita in servizio di default assicurato da Snam, il cui azionista principale è Cdp Reti controllata a sua volta da Cassa depositi e prestiti, e non ha ancora trovato un fornitore per un nuovo contratto. Con l’ultima legge di Bilancio, il governo ha rifinanziato il fondo dedicato a questo servizio per 650 milioni di euro viste le numerose aziende in difficoltà. Alla luce delle cifre esposte dall’ad di Snam, l’ex Ilva – impianto energivoro per eccellenza – ha finito per essere un beneficiario record, avendo assorbito finora circa un terzo dell’intera capienza degli stanziamenti.

A metà dicembre Snam aveva in programma la “discatura”, un’operazione che avrebbe interrotto il flusso di gas verso gli impianti di Taranto ma che è poi stata bloccata. L’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, le ha infatti sospese fino al 31 gennaio ma è possibile che, sulla base dell’andamento dei prezzi, si proceda con proroghe di mese in mese. I 208 milioni fanno lievitare il totale delle posizioni debitorie di Acciaerie d’Italia, che ammonterebbero a circa 1,5 miliardi di euro secondo alcune stime. Oltre un terzo di questa cifra riguarda il gas.

Eni, come spiegato dal colosso dell’oil&gas nella relazione finanziaria allegata alla semestrale di giugno, al 30 giugno scorso, vantava “un credito commerciale per forniture di gas naturale” nei confronti dell’ex Ilva “dell’ammontare di circa 285 milioni, di cui 98 milioni scaduti e ulteriori 80 milioni in scadenza al 15 luglio”. L’ex Ilva, insomma, non aveva pagato le bollette e in quelle settimane reclamava “un allungamento delle dilazioni di pagamento”. Tutto ciò ha portato al mancato rinnovo del servizio a settembre, quando scadeva l’anno termico, e il passaggio di Acciaierie d’Italia al servizio di default di Snam.

Con circolante scarso e il maxi-debito nei confronti delle due aziende fornitrici di un elemento essenziale per la produzione dell’acciaio, tanto che Acciaierie d’Italia consuma da sola il 2% del totale del fabbisogno energetico italiano, si comprende facilmente l’importanza dei 680 milioni di euro che il governo Meloni ha concesso alla fabbrica con l’ultimo, il 14esimo, decreto Salva Ilva. Una nuova iniezione di denaro che in futuro potrà anche tradursi in aumento di capitale portando Invitalia a diventare socio di maggioranza di Acciaierie d’Italia, ma per ora serve a pagare i debiti accumulati e a evitare il fallimento.

Ma non solo. Il provvedimento voluto dal ministro Adolfo Urso prevede anche misure per neutralizzare le eventuali azioni della magistratura: tranne in casi esremi, gli impianti non potranno più essere sequestrati, ma i giudici dovranno nominare un commissario e lasciare che la produzione (e l’inquinamento) prosegua indisturbata. E infine, l’ultimo decreto Salva Ilva reintroduce lo scudo penale per i gestori della fabbrica: il salvacondotto ideato dal governo di Matteo Renzi, poi abolito da quello di Giuseppe Conte, è stato ripristinato per mettere a riparo i vertici della società dai procedimenti giudiziari. Un ritorno al passato che rischia di riaprire lo scontro tra governo e magistratura e finire nuovamente dinanzi alla Corte Costituzionale.

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Performance negativa per le Piazze del Vecchio Continente - Borsa Italiana

News Image (Teleborsa) - Seduta difficile per Piazza Affari, che scambia in netto calo, in accordo con gli altri Listini continentali, che accusano perdite consistenti. A Wall Street, l'S&P-500 prosegue le contrattazioni in timido calo.

Sostanzialmente stabile l'Euro / Dollaro USA, che continua la sessione sui livelli della vigilia e si ferma a 1,081. Lieve aumento per l'oro, che mostra un rialzo dello 0,69%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil), in aumento (+0,26%), raggiunge 79,68 punti.

Sulla parità lo spread, che rimane a quota +175 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,77%.

Tra i mercati del Vecchio Continente scivola Francoforte, con un netto svantaggio dell'1,34%, in rosso Londra, che evidenzia un deciso ribasso dello 0,93%, e tonfo di Parigi, che mostra una caduta dell'1,63%.

A Piazza Affari, il FTSE MIB è in calo (-1,32%) e si attesta su 25.709 punti, arrestando la serie di sei rialzi consecutivi, avviata l'11 di questo mese; sulla stessa linea, giornata negativa per il FTSE Italia All-Share, che continua la seduta a 27.869 punti, in calo dell'1,29%.

Negativo il FTSE Italia Mid Cap (-1,14%); come pure, in forte calo il FTSE Italia Star (-1,56%).

In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Iveco (+2,42%) e Leonardo (+1,31%).

Le più forti vendite, invece, si manifestano su Tenaris, che prosegue le contrattazioni a -3,63%.

Spicca la prestazione negativa di CNH Industrial, che scende del 2,78%.

STMicroelectronics scende del 2,63%.

Calo deciso per Pirelli, che segna un -2,46%.

Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, GVS (+8,01%), Saras (+2,51%) e Wiit (+2,42%).

I più forti ribassi, invece, si verificano su Sesa, che continua la seduta con -3,79%.

Sotto pressione Reply, con un forte ribasso del 3,53%.

Soffre Seco, che evidenzia una perdita del 3,38%.

Preda dei venditori IREN, con un decremento del 2,99%.

Tra i dati macroeconomici rilevanti:

Giovedì 19/01/2023
00:50 Giappone: Bilancia commerciale (atteso -1.652,8 Mld ¥; preced. -2.029 Mld ¥)
14:30 USA: Apertura cantieri (atteso 1,36 Mln unità; preced. 1,4 Mln unità)
14:30 USA: PhillyFed (atteso -11 punti; preced. -13,7 punti)
14:30 USA: Richieste sussidi disoccupazione, settimanale (atteso 214K unità; preced. 205K unità)
14:30 USA: Permessi edilizi (atteso 1,37 Mln unità; preced. 1,35 Mln unità)
17:00 USA: Scorte petrolio, settimanale (atteso -593K barili; preced. 18,96 Mln barili)

Venerdì 20/01/2023
00:30 Giappone: Prezzi consumo, annuale (preced. 3,8%).

(Teleborsa) 19-01-2023 16:00

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Dal Mar Rosso la nuova crisi dei prezzi in Italia: 95 milioni di danni al giorno - Today.it

Lo stretto di Bab el-Mandeb è la porta che da sud conduce al Canale di Suez e al Mar Mediterraneo. Si trova all'imbocco del Mar Rosso  e...